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La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da quelli strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli più etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali", etc.)
Quando andare dallo psicologo?”
Esistono dei segnali che ci avvertono di un disagio che può essere indice di una sofferenza più profonda che richiede un supporto o un intervento di uno specialista della salute psichica e del benessere mentale.
Questi segnali non vanno trascurati poiché ci possono indicare l'opportunità di rivolgerci ad uno psicologo piuttosto che continuare a soffrire e a tentare di andare avanti con le proprie forze, sulla base di convincimenti riguardanti il 'dovercela fare da soli a tutti i costi', modi di dire quali 'volere è potere', pregiudizi sulla figura dello psicologo (il famoso 'medico dei pazzi') e su noi stessi come 'persone deboli' se 'chiediamo aiuto'.
Vediamo alcuni esempi di situazioni nelle quali un alert ci avvisa del bisogno di chiedere una consulenza psicologica:
La mattina fate fatica ad alzarvi dal letto e a incominciare la giornata. Oltre al disagio fisico, avvertite quasi un senso di impotenza nei confronti dei compiti e dei doveri che vi aspettano, pensando di non farcela più. Potrebbe essere un sintomo di depressione.
Vi sentite in pericolo, minacciati da qualcosa di vago ma al tempo stesso potente che vi procura un malessere fisico: un nodo in gola, una leggera tachicardia. Tuttavia, non è una risposta a una situazione concreta che si sta verificando e quindi non è catalogabile come paura. Potrebbe essere un sintomo di ansia.
Cadete in preda a un breve ma intenso malessere generalizzato, tanto forte in alcuni casi da bloccarvi e portarvi a credere a una morte imminente. Una forma di ansia estrema e intollerabile. Potrebbe essere un attacco di panico.
Alternate periodi in cui vi sottoponete a pesanti diete ipocaloriche ad altri di sostanziale e sfrenata libertà alimentare? Potrebbe essere il sintomo di un disturbo del comportamento alimentare. In questo caso, lo psicologo lavora in collaborazione con un nutrizionista per far riconquistare al paziente uno stile di vita corretto.
Avete un rapporto conflittuale con il vostro partner, un disagio provocato da eccessiva gelosia di uno dei due? Potrebbe essere il sintomo di un profondo disagio personale o di coppia, da affrontare insieme con un percorso terapeutico condiviso.
Abbiamo visto solo alcuni esempi di segnali che possono suggerire di richiedere una consulenza psicologica, ma il messaggio più generale è questo: se avvertiamo un disagio da un po' di tempo, che non accenna a diminuire ma al contrario si va accentuando e che condizione la nostra vita, i nostri comportamenti o le nostre relazioni, procurandoci ulteriore disagio, ebbene è opportuno non perdere tempo, aspettando che passi.
Chiedere una consulenza può aiutare a chiarire anche la necessità o meno di un sostegno, è un modo per prendersi cura di sé e di prendere in mano la propria vita anche nei momenti più difficili.
Salve. ...dopo aver letto questa storia molto difficile e commovente ...le posso consigliare di riflettere e con l'aiuto di una brava psicologa intraprendere cammino -percorso x cercare di aiutarlo in modo che esca da questo tunnel vizioso. Buona fortuna
Voglio rispondere a Laura, non so se sto postando giusto.... comunque....
Intanto grazie, Laura, per la risposta che non mi aspettavo. Io sono una "vecchietta", una cinquantenne e lavoro in una importante azienda privata. Dodici anni fa ha subito un pesante demansionamento, cosa che è durata dieci anni, trascorsi nell'alienazione totale in ufficio (della serie passare la giornata a guardare il muro) mentre prima ero una responsabile di reparto. In questi dieci anni l'azienda mi ha risarcito in tribunale per ben tre volte, ma solo da poco ha deciso di rimettermi in una posizione se non uguale, almeno decente. Ora sto meglio, ma non amo più il mio lavoro.
Come ti ho detto mi sento sicura solo a casa mia e non accetto mai gli inviti degli amici ad uscire, se mi vengono a trovare allora mi fa piacere. Ho solo un progetto nella mia vita, una casa che si trova in un paese di mare, un po' sperduta, dove spero di trasferirmi al più presto possibile.
Grazie tantissimo della tua risposta, spero che le notifiche mi arrivino un po' prima!!
Che senso avrebbe scappare glela daresti solo vinta, pultroppo ti devo svelare questo segreto tua madre da come hai capito da sola non è perfetta come non lo è nessuno a questo mondo, non giudicarla solo su questo aspetto e renditi migliore di lei dimostrando il tuo amore nonostante le avversioni e le problematiche,le tue amiche non sono le tue spose non ci dovrai passare il resto della vita vedila piuttosto come un opportunità per passare del tempo in compagnia uscire e magari conoscere gente migliore di loro e più affini a te senza aspettarti chissà che da loro. La scuola pultroppo ci siamo passati tutti e al 99% delle persone ha fatto schifo pultroppo è così anch'io ci ho sofferto molto finché non ho capito cosa mi piaceva veramente nella vita ho avuto molte passioni e interessi forse proprio grazie al fatto che odiavo la scuola quindi non potevo svegliarmi la mattina e dire:"ma ci sta solo quello schifo di scuola da fare oggi" e quindi ho cercato qualcosa da amare qualcosa che mi realizzasse,e quando trovi qualcosa che ti piace vedrai che ti verrà anche bene farla e quando sarai soddisfatta per essere brava in qualcosa ti alzerei dicendo:"ok ci sta quello schifo di scuola ma almeno poi torno a casa e posso.." e soprattutto potrai dire a chi ti dice: "guarda stai andando male in matematica" "lo so ma almeno io sono brava in questo,e questo realizzera la mia vita e mi renderà felice" ti lascio con la famosa frase di Steve Jobs agli studenti di Stanford "Stay hungry. Stay foolish" e con le parole di Galimberti prese dai greci che invita a ricercare la popria vera natura,il proprio vero talento,il poprio "dáimōn" "demone'
Ciò che ho scritto era generale, in quanto come lei stessa dice ogni caso e a sè. L'unica disciplina su cui proprio non si può generalizzare è la psicologia, in quando ogni individuo è unico e diverso. Il mio articolo era solo un modo per far riflettere, per non chiudersi nel proprio dolore e chiedere aiuto. Detto ciò, provare emozioni negative, non è di per sé negativo, perché anche piangere o urlare fa benissimo, in quanto si butta fuori il dolore per poi reagire e apprezzare la vita che viviamo. Se non apprezza niente e nessuno, se non sorride alla vita, che senso ha vivere? Crede che una persona che sorrida sempre non abbia problemi o non soffra? È solo un modo di vivere e di reagire! Stare chiusi in casa a piangere tutto il giorno, a cosa serve?
no, se la sintomatologia è questa non mi sembra soddisfare il quadro del panico. non voglio però ora fornirle troppe informazioni, potrei influenzarla dal momento che ha iniziato un percorso. ci tenga aggiornati.
Buongiorno Dott.ssa Pacelli,
a mio modesto avviso, la dipendenza dalla figura del terapeuta è un aspetto molto 'pesante' nella terapia in quanto il paziente in questo modo anziché trovar una via d'uscita in se stesso trova un sollievo, una risoluzione dei propri problemi in qualcosa di esterno. In questo caso, la dipendenza dal terapeuta potrebbe assomigliare molto a quella che si può avere nei confronti di un farmaco...
..."Quindi penso che la chiave sia più che altro quella relativa al non poter dare una spiegazione alla trasformazione (anche se poi in realtà dal punto di vista fisico tutto ha una spiegazione)"....e forse, aggiungo, a qualcosa che lei non può controllare, o evitare, impedire, come gli alimenti, che deperiscono, muoiono. Lei può superare questo problema affrontandolo con la Psicoterapia, affidandosi a un/a terapeuta di sua fiducia.
Egregio Yuriy, solitamente è il neurologo che valuta la tipologia di mal di testa e anche la cura. Eventualmente determinati terapeuti comportamentale sono in grado, desiderandolo, di lenire la sensazione dolorosa con interventi mirati non farmacologici. Comunque la diagnosi è necessaria
Grazie per le risposte.
Dott Zucconi, infatti il problema che si è creato successivamente riguarda proprio la fiducia nel terapeuta.
Dott Vitagliano, la psicoterapeuta non si è mai preoccupata di informare i componenti del gruppo sulle regole riguardanti la risevatezza.
Il problema poi è anche un altro: ho saputo che si è parlato dei miei problemi da una persona presente al gruppo che però non vuole essere coinvolta in eventuali discussioni.Come fare? Grazie!
Gentile Mark, La invito a leggere il seguente articolo molto interessante ed esaustivo: pg-la-fine-di-un-ingiustizia-o-un-occasione-mancata">www.nottecriminale.it/noc/…