È una delle malattie più diffuse al mondo. Si tratta dell’anemia, che colpisce quasi 2 miliardi di persone, circa un soggetto su 4, in particolare donne e bambini.
I dati emergono da un documento apparso su The Lancet Haematology e redatto da esperti dell'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) di Seattle insieme con il Global Burden of Disease Anemia. Nel 2021, 1,92 miliardi di persone a livello globale soffrivano di anemia. Si tratta di un aumento di 420 milioni di casi in tre decenni. Nel 2021, globalmente, il 31,2% delle donne aveva l'anemia rispetto al 17,5% degli uomini. La differenza di genere era più evidente tra i 15 e i 49 anni. In questo gruppo di età, la prevalenza dell'anemia nelle donne era del 33,7% rispettoall'11,3% negli uomini.
Nella maggior parte dei casi, la causa dell’anemia è data dalla carenza di ferro, deficit che si verifica nel 66,2% dei casi totali. Fra le donne, i disturbi ginecologici e le emorragie subite durante la gravidanza rappresentano altrettanti fattori di rischio.
Per i bambini di età inferiore ai 5 anni, la causa principale di anemia era la carenza di ferro nella dieta, ma anche le condizioni di presenza di emoglobine patologiche e malattie infettive tra cui la malaria.
A seconda del paziente l’anemia si presenta in maniera diversa. Nei bambini è particolarmente pericolosa perché può influenzare negativamente lo sviluppo cerebrale e la cognizione. Alcuni studi hanno dimostrato che l’anemia è associata a un aumento dei tassi di ansia e depressione e a tassi più alti di parto prematuro, emorragia post-partum, basso peso alla nascita, gestazione breve, morte fetale e infezioni sia per il bambino che per la madre. La ricerca mostra che attualmente l'Africa subsahariana e il Sud dell'Asia affrontano il maggior carico di anemia. Nel 2021, l'Africa subsahariana occidentale (47,4%), il Sud dell'Asia (35,7%) e l'Africa subsahariana centrale (35,7%) avevano la prevalenza più elevata di anemia.