Influenza aviaria, prima vittima di H3N8

Mercoledì, 26 Aprile 2023

La variante H3N8 dell’influenza aviaria ha prodotto la prima vittima accertata in Cina, una donna di 56 anni della provincia del Guangdong. La donna è deceduta il 3 marzo scorso in seguito a complicanze legate a una grave polmonite.

 

I casi confermati dall’Oms di infezione umana da virus H3N8 sono finora solo 3, le altre due persone sono guarite. La donna, infettata il 22 febbraio, aveva una serie di patologie pregresse e una storia di esposizione al pollame vivo. Tuttavia, nessun contatto stretto ha sviluppato l’infezione o sintomi della malattia.
I virus H3N8 - ricorda l'Oms - sono un sottotipo diverso del virus dell'influenza A e non sono correlati ai virus H5N1 che attualmente si diffondono tra gli uccelli selvatici e il pollame in tutto il mondo.

«Sulla base delle informazioni disponibili - sottolinea l'Oms - sembra che questo virus non abbia la capacità di diffondersi facilmente da persona a persona, e quindi il rischio che si diffonda tra gli esseri umani a livello nazionale, regionale e internazionale è considerato basso. I casi umani sono generalmente il risultato di un'esposizione diretta o indiretta a pollame vivo o morto infetto o ad ambienti contaminati. Tuttavia, a causa della natura in continua evoluzione dei virus influenzali, l'Organizzazione mondiale della sanità sottolinea l'importanza della sorveglianza globale per rilevare i cambiamenti virologici, epidemiologici e clinici associati ai virus influenzali circolanti che possono influire sulla salute umana o animale».

I casi umani di infezione da virus dell'influenza aviaria - ricorda l'Oms - sono generalmente il risultato di un'esposizione diretta o indiretta a pollame vivo o morto infetto o ad ambienti contaminati. Sulla base delle informazioni disponibili - spiega in una nota - sembra che questo virus non abbia la capacità di diffondersi facilmente da persona a persona, e quindi il rischio che si diffonda tra gli esseri umani a livello nazionale, regionale e internazionale è considerato basso. Tuttavia, a causa della natura in continua evoluzione dei virus influenzali, l'Oms sottolinea l'importanza della sorveglianza globale per rilevare i cambiamenti virologici, epidemiologici e clinici associati ai virus influenzali circolanti che possono influire sulla salute umana (o animale).

«I rapporti sui virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità nei mammiferi (in Belgio e Regno Unito) sottolineano ulteriormente l'aumento del potenziale rischio che i virus dell'influenza aviaria si adattino meglio nei mammiferi e si trasmettano all'uomo e in altri animali», scrive ancora l'agenzia che invita a segnalare focolai di influenza aviaria in ospiti insoliti.
Per ridurre il rischio di infezione è necessario evitare il contatto con ambienti ad alto rischio come mercati e fattorie. Sempre raccomandata l’igiene delle mani e l’uso di protezioni respiratorie quando ci si trova in un ambiente a rischio.

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Autore

Sperelli

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