La streptotricina potrebbe risolvere molti dei problemi posti dai batteri gram-negativi resistenti ai farmaci. A dirlo è uno studio pubblicato su Plos Biology da un team della Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland coordinato da Christopher Morgan.
Lo studio ha analizzato le proprietà di un antibiotico storico, la streptotricina, isolata per la prima volta nel 1942 da un Attinomicete del suolo. Su modello murino, il composto ha generato un'intensa eccitazione iniziale a causa della sua attività contro i gram-negativi e contro il Mycobacterium tuberculosis.
In uno studio pilota sugli esseri umani, tuttavia, la streptotricina ha causato tossicità renale reversibile e il suo utilizzo è stato quindi escluso. La streptotricina è ora nota per essere una miscela di prodotti naturali, attualmente denominata nurseotricina che secondo gli autori dell'articolo potrebbe combattere le infezioni più ostinate e letali. «Abbiamo notato casualmente che la nurseotricina aveva una potente attività contro patogeni multiresistenti, compresi quelli senza opzioni terapeutiche», spiega Morgan.
Il team da lui guidato si è servito di tecniche moderne e avanzate di analisi farmacologica, scoprendo che il limite dei vecchi studi consisteva nella purificazione incompleta delle streptotricine. I dati più recenti confermano la tossicità della sostanza, ma ne evidenziano le oscillazioni fra le diverse varianti: una di queste, la streptotricina-F, è meno tossica delle altre pur rimanendo attiva contro i patogeni multiresistenti contemporanei.
Grazie alla microscopia crioelettronica, gli autori hanno dimostrato che la streptotricina-F si lega a una subunità del ribosoma batterico inducendo errori di traduzione nel genoma dei microrganismi bersaglio. «È interessante notare che l'interazione di legame è distinta da altri noti inibitori della traduzione, suggerendo un impiego della streptotricina-F in caso di loro inefficacia», commenta Morgan, che conclude: «Uno degli obiettivi per combattere la resistenza agli antibiotici è diversificare i farmaci a disposizione per stare un passo avanti rispetto alle resistenze emergenti. Per questo è stato molto entusiasmante scoprire che le streptotricine prendono di mira le cellule batteriche in modo del tutto nuovo».