L’Intelligenza Artificiale trova un antibiotico in 2 ore

Lunedì, 05 Giugno 2023

Due ore è il tempo di cui ha avuto bisogno l’Intelligenza Artificiale per scovare un antibiotico in grado di combattere il superbatterio Acinetobacter baumannii, indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno dei batteri più resistenti e pericolosi al mondo.

 

A riuscire nell’impresa è un team di ricerca della McMaster University e del Massachusetts Institute o Technology che ha pubblicato i dettagli della scoperta su Nature Chemical Biology.
Acinetobacter baumannii è un agente patogeno resistente ai farmaci, capace di prelevare il Dna da altre specie di batteri, compresi appunto i geni della resistenza agli antibiotici. Il batterio è presente soprattutto negli ambienti ospedalieri, dove sopravvive a lungo sulle superfici causando polmoniti, meningiti e gravi infezioni che possono anche portare al decesso.
“L'Acinetobacter può sopravvivere sulle maniglie e sulle attrezzature degli ospedali per lunghi periodi di tempo e può assorbire i geni della resistenza agli antibiotici dal suo ambiente”, precisa l'autore Jonathan Stokes.
L’Intelligenza Artificiale consente di identificare molto più velocemente i composti migliori grazie ai moderni approcci di apprendimento automatico. Si analizzano così centinaia di milioni di molecole con proprietà antibatteriche.
Nel nuovo studio i ricercatori hanno identificato la nuova molecola fra circa 7.000 potenziali composti servendosi di un modello di apprendimento automatico addestrato a capire quali fossero le sostanze in grado di inibire la crescita del batterio.
“Questo lavoro conferma i vantaggi dell'apprendimento automatico nella ricerca di nuovi antibiotici”, afferma Stokes. “Utilizzando l'intelligenza artificiale, possiamo cercare più rapidamente e aumentare significativamente le possibilità di scoprire molecole antibatteriche fondamentalmente nuove”.
L’antibiotico si è mostrato efficace sia in test di laboratorio sia su modello animale. L’aspetto interessante è che sembra aggressivo in maniera specifica contro A. baumannii. Ciò significa che il composto ha meno probabilità di sviluppare la resistenza ai farmaci e potrebbe portare a trattamenti più precisi ed efficaci.
Nella maggior parte dei casi, infatti, gli antibiotici vengono definiti “ad ampio spettro”, cioè in grado di uccidere tutti i batteri, quindi anche quelli buoni del microbioma intestinale.
“Sappiamo che gli antibiotici ad ampio spettro non sono ottimali e che i patogeni hanno la capacità di evolversi e adattarsi a ogni trucco che gli lanciamo”, conclude Stokes. “L'intelligenza artificiale ci offre l'opportunità di aumentare notevolmente la velocità con cui scopriamo nuovi antibiotici e possiamo farlo a un costo ridotto".

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Autore

Sperelli

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