Mentre la curva epidemica continua lentamente a peggiorare, si staglia all’orizzonte l’ennesima nuova variante di Sars-CoV-2. È di nuovo una sottovariante di Omicron, chiamata BA.2.75, segnalata in India il 2 giugno e in rapida crescita.
Non ci sono ancora ovviamente studi scientifici sulla sottovariante, ma le prime segnalazioni mostrano l’esistenza di 9 mutazioni a carico della proteina Spike e un tasso di trasmissibilità ancora più preoccupante.
"In Italia non è stata rilevata", afferma il genetista Massimo Zollo, coordinatore della Task force Covid-19 del Ceinge. “È presto per poter dire oggi che la variante diventerà predominante: occorrono dati che oggi non abbiamo, né possiamo immaginare", spiega il genetista, per il quale "era sicuro che nuove varianti sarebbero arrivate e che potranno arrivarne altre, non essendoci più alcuna restrizione". Per l'infettivologo Matteo Bassetti, "vale la pena tenere d'occhio, ma senza allarme la nuova sottovariante, in quanto potrebbe essere ancora più contagiosa della Omicron 5 e avere un'elevata capacità di infettare le persone guarite e vaccinate".