Covid: boom di casi, serve di nuovo la mascherina

Martedì, 12 Luglio 2022

La mascherina al chiuso e una campagna per la quarta dose nei soggetti fragili sono le opzioni migliori in questo momento per cercare di arginare la nuova ondata di Covid alimentata dall’ennesima sottovariante di Omicron.

 


Nella settimana 29 giugno-5 luglio, la Fondazione Gimbe segnala un ulteriore aumento dei nuovi casi (595.349) in tutte le regioni e in tutte le province. Ancora in crescita gli indicatori ospedalieri e i decessi (464). Ferme le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino (88,1% della platea) e di chi ha completato il ciclo vaccinale (86,6% della platea). Sono 6,84 milioni i non vaccinati, di cui 2,75 milioni di guariti protetti solo temporaneamente. 7,89 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui 2,43 milioni di guariti che non possono riceverla nell'immediato. Nette differenze regionali per la copertura con quarte dosi degli immunocompromessi (dal 10,7% della Calabria al 100% del Piemonte) e degli altri fragili (dal 6,6% della Calabria al 41,3% del Piemonte). Rischioso rimandare la quarta dose all'autunno con i "vaccini aggiornati" di cui ad oggi non si conoscono gli effetti sulla malattia grave.
Si registra un aumento del numero dei tamponi totali (+33,3%): da 1.613.954 della settimana 22-28 giugno a 2.152.065 della settimana 29 giugno 2022-5 luglio. In particolare, l'aumento è stato del 38,5% per i tamponi rapidi (+503.389) e dell'11,3% per quelli molecolari (+34.722). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività sale dal 14,1% al 17,1% per i tamponi molecolari e dal 26,2% al 29,8% per gli antigenici
rapidi.
"L'aumento dei nuovi casi settimanali (+55% rispetto alla settimana precedente) - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio dei casi di circa 10 giorni. Nella settimana 29 giugno-5 luglio i nuovi casi si attestano oltre quota 595 mila, con una media mobile a 7 giorni che supera gli 85 mila casi al giorno". Nella settimana 29 giugno-5 luglio tutte le Regioni registrano un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 24,7% della Sardegna al 95,9% della Lombardia.
"Sul fronte degli ospedali - afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe - continuano ad aumentare i ricoveri sia in area medica (+32,6%) che in terapia intensiva (+36,3%)". In particolare, in area critica dal minimo di 183 del 12 giugno i posti letto occupati sono saliti a 323 il 5 luglio; in area medica, invece, dal minimo di 4.076 dell'11 giugno, sfiorano il raddoppio salendo a quota 8.003 il 5 luglio.
"Anche se siamo ancora molto lontani - spiega Cartabellotta – da situazioni di grave sovraccarico ospedaliero, esistono reali motivi di preoccupazione. Innanzitutto, l'occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane, in un periodo in cui tra ferie estive e assenze per isolamento il personale sanitario è numericamente ridotto, con conseguente peggioramento della qualità dell'assistenza e aumento dello stress su chi è in servizio. In secondo luogo, la maggior parte dei ricoveri in area medica riguarda pazienti anziani con patologie multiple, nelle quali il COVID peggiora un equilibrio di salute già instabile. Infine, il progressivo sovraccarico ospedaliero porta a rimandare prestazioni chirurgiche e visite specialistiche non urgenti, alimentando quelle liste di attesa che le Regioni – nonostante quasi un miliardo di euro stanziato dal Governo - non sono ancora riuscite a recuperare con buona pace dei pazienti bloccati in un limbo di cui si fatica a intravedere la fine".
Nella settimana monitorata calano i nuovi vaccinati: 2.964 rispetto ai 3.128 della settimana precedente (-5,2%). Di questi il 35,8% è rappresentato dalla fascia 5-11: 1.062, con una riduzione del 5,3% rispetto alla settimana precedente. Cala tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 755 (-7,7% rispetto alla settimana precedente). In stallo le quarte dosi con una media mobile di 2.259 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 2.263 della scorsa settimana (-0,2%). Il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi (sottostimato dal mancato aggiornamento della platea) è del 44,2%.
"Appare un vero azzardo la scelta di rimandare la quarta dose all'autunno con i vaccini aggiornati, di cui ad oggi non si conoscono né le tempistiche di reale disponibilità né gli effetti sulla malattia grave. In tal senso è inaccettabile che, mentre la somministrazione delle quarte dosi per i pazienti vulnerabili rimane sostanzialmente al palo, peraltro con rilevanti diseguaglianze regionali, il dibattito si
sposti sull'opportunità di allargare la platea a tutti gli over 70, senza prima potenziare le capacità di chiamata attiva da parte delle Regioni a fondo classifica".
"In questa fase di crescita esponenziale dei contagi, che non contabilizza il "sommerso" dei casi non dichiarati – conclude Cartabellotta - con evidenti segnali di impatto sugli ospedali, in particolare in area medica, è fondamentale agire su due fronti. Oltre ad accelerare ora la somministrazione della quarta dose nei pazienti vulnerabili, è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine al chiuso, in particolare in luoghi affollati e poco ventilati, oltre che all'aperto in condizioni di grandi assembramenti con attività ad elevata probabilità di contagio. Infatti, al di là della scelta individuale di dichiarare alle autorità sanitarie
la propria positività, l'isolamento domiciliare non è sinonimo di asintomaticità e bisogna chiedersi quanto costa al Paese (giornate lavorative perse, attività chiuse per Covid, vacanze cancellate, etc.) un'elevata percentuale di popolazione sintomatica e/o isolata a domicilio per COVID, che peraltro rischia di determinare un "lockdown di fatto" su vari servizi, inclusi quelli turistici. Se il muro eretto dalla vaccinazione ha ridotto ospedalizzazioni e mortalità, oggi l'utilizzo della mascherina rimane lo strumento più efficace che ciascuno di noi ha per arginare la diffusione del virus: utilizziamola, facciamolo per la nostra salute, per i professionisti sanitari stremati da due anni e mezzo di pandemia, per l'economia del nostro Paese e per non ritrovarci nuovamente con gli ospedali in sovraccarico che causano inaccettabili ritardi alle cure di tutti i cittadini".

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