Covid, il boom delle sottovarianti Omicron

Giovedì, 03 Novembre 2022

Omicron ha ormai preso possesso delle dinamiche di sviluppo della pandemia di Covid-19. Lo ha fatto e continua a farlo moltiplicando apparentemente all’infinito il numero di sottovarianti prodotte.
Ora ad esempio è il momento di BQ.1.1, ovvero la variante denominata Cerberus, già segnalata in 65 paesi. L'altra sottovariante su cui è stato acceso un faro dall'Organizzazione mondiale della sanità - XBB e XBB.1 - è stata segnalata da 35 Paesi.

 

"La diversificazione genetica continua e ha dato origine a 390 lignaggi discendenti, così come a 48 identificati come ricombinanti", spiegano dall’Oms. Le varianti prodotte da Omicron sono quindi almeno 400. BQ.1 è una sottovariante di BA.5 con mutazioni aggiuntive sulla proteina Spike, e la discendente Cerberus (BQ.1.1) ne ha addirittura un'altra in più. Durante la settimana epidemiologica 40 (dal 3 al 9 ottobre), dalla tabella che riporta le quote globali e la prevalenza delle sottovarianti Omicron emerge che BQ.1 e discendenti pesavano già per il 6%.
Nel complesso le sottovarianti di Omicron 5 rimangono predominanti con il 77,1%, mentre quelli che derivano da Omicron 4 sono al 5,4%. I sottolignaggi di BA.2 sono aumentati in prevalenza, rappresentando il 4,3% delle sequenze nello stesso periodo di rendicontazione. Invece la prevalenza delle figlie di Omicron 1 è sotto l'1%, mentre non sono state riportate sottosequenze di Omicron BA.3 a livello globale nelle ultime 8 settimane. Tutto ciò mostra, dicono gli esperti, "il potenziale di adattamento del virus in corso per evolversi ulteriormente".

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