L’antibiotico-resistenza è un problema molto sentito dalla comunità scientifica internazionale. Un team di scienziati giapponesi ha lavorato a composti analoghi di un nuovo antibiotico in grado di contrastare anche i batteri più resistenti.
Il team guidato da Satoshi Ichikawa dell’Università di Hokkaido ha lavorato sulla classe di antibiotici chiamati sferimicine. Stando ai risultati pubblicati su Nature Communications, i farmaci sembrano funzionare contro lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa), l'Enterococcus faecium resistente alla vancomicina (Vre) e il Mycobacterium tuberculosis.
Le sferimicine agiscono bloccando la funzione di una proteina batterica detta MraY, che è essenziale per la replicazione dei germi e la costruzione della loro parete cellulare e che non è un bersaglio degli antibiotici attualmente disponibili in commercio. "Le sferimicine sono composti biologici e hanno strutture molto complesse", spiega Ichikawa, autore corrispondente del lavoro. Per questo "abbiamo deciso di progettare degli analoghi che sarebbero stati più facili da produrre e anche più efficaci contro MraY, dotati perciò di una maggiore attività antibatterica".
Partiti dalla sferimicina A, i ricercatori hanno analizzato la struttura attraverso tecniche di modellazione molecolare assistita dal calcolo. Così hanno prodotto due analoghi denominati Spm1 e Spm2, entrambi efficaci contro i batteri Gram-positivi. Poi hanno determinato la struttura di Spm1 legato a MraY, capendo come semplificare ulteriormente gli analoghi oggetto di studio e riuscendo a svilupparne uno ancora più semplice, Spm3. Oltre a essere efficace contro Mrsa e Vre, Spm3 funzionava anche contro il Mycobacterium tuberculosis, patogeno che causa la tubercolosi e ha ceppi multiresistenti.
"Il nostro contributo più significativo - afferma Ichikawa - è la costruzione dello scheletro centrale della sferimicina, un'impalcatura sulla quale si potranno costruire più agenti antibatterici mirati contro la proteina MraY e dunque contro ceppi batterici multiresistenti. La sferimicina è molto promettente - evidenzia l'autore - perché MraY è presente anche nei batteri Gram-negativi".
Ora i ricercatori lavoreranno a un’ottimizzazione degli Spm già prodotti e allo sviluppo di un mix di antibiotici contenenti sferimicina per riuscire a colpire una gamma più ampia di batteri.