Un romanzo per capire come non ripercorrere una strada sbagliata
Come capire se le difficoltà che stai vivendo fanno parte delle normali problematiche di coppia oppure sono il segnale che stiamo vivendo un rapporto pericoloso? E quindi dobbiamo impegnarci per portarlo a termine?
Gli amori patologici hanno delle caratteristiche ben precise. L’amore sano ha una funzione riparativa e terapeutica, deve farti sentire bene. Al contrario un rapporto patologico influisce pesantemente sulla tua vita: ti senti depressa, spesso triste.
Ma addirittura quando iniziano le sofferenze mentali o fisiche è quello il punto di non ritorno. Bisogna avere la forza di dire basta. Se non ci si riesce allora è necessario farsi aiutare per interrompere la relazione.
L’aiuto esterno è necessario perché la persona coinvolta attiva dei meccanismi di difesa per soffrire meno, quindi minimizza o giustifica la violenza (l’ho fatto arrabbiare, ho fatto male questa cosa, mi tradisce ma è stato un caso, sparisce ma ritorna, ecc). Inoltre spesso si culla nell’illusione di poter cambiare l’altro, che la situazione cambi.
Bisogna capire che se il partner tradisce non è perché è colpa mia per qualcosa che non ho fatto… ma perché in verità non prova amore nei nostri confronti.
Nei casi estremi in cui si arrivi alla violenza fisica la situazione è ancora più difficile. Quasi sempre le donne abusate provano vergogna e – minacciate, ricattate, annichilite - non ne fanno parola con nessuno. Quasi sempre sono persone isolate, recluse, costrette alla solitudine. Occorre spronare a parlarne, a confidarsi, a chiedere aiuto.
I centri antiviolenza esistono e fanno un grande lavoro. Ma prima di affidarvi, prendete ossigeno denunciando il vostro oppressore e assicurandovi al sicuro. Poi riflettete, valutate con calma.
Un altro problema è quello della subordinazione economica. Senza un posto dove andare, senza un lavoro, spesso con figli piccoli, le vittime di violenza rinunciano alla propria emancipazione prima ancora di trovare la forza di fuggire, di denunciare.
Recenti sono le proposte di legge di sgravi fiscali per chi assume donne vittime di violenza. Della Regione Sardegna è la proposta di un reddito minimo per loro, un “reddito di libertà” da cui ripartire. Sono piccoli segnali che accendono la speranza che qualcosa si stia muovendo.
Poi, quando denunciano, queste donne sanno che i tempi di un giusto processo rischiano di ricalcare quelli di ere geologiche. E a nulla valgono le misure cautelative di non avvicinamento dei violenti. Purtroppo i fatti fotografano quasi sempre la cronaca di drammi già preannunciati. Sono stati da poco approntati protocolli ad hoc che dovranno seguire i Pm e i tribunali che si trovino di fronte a casi di violenza e stalking. Anche questo è uno spiraglio di luce nell’ oscurità. Noi tutti: non abbassiamo la guardia, non smettiamo di parlarne e scriverne. E, soprattutto, chiariamo una volta per tutte che se ti picchia, se ti insulta, se ti zittisce, se ti umilia, se ti isola, se ti reclude, se distrugge i tuoi sogni, allora stai pur certa: non è amore.
Sono da sempre convinta che la cura di sé, intesa come riscatto di uno spazio personale entro cui comprendere e ricomporre i costrutti della propria identità, sia un’emergenza - e un’esigenza- che nasce sovente dalla volontà di riappropriarsi di una propria identità. Solo attraverso la narrazione del sé è possibile riprendere in mano i fili della propria esistenza, raccoglierne i frantumi e cercare di reinserirli in una cornice di senso compiuto per ritrovare se stessi.
Il particolare valore insito nella scrittura del sé risiede proprio in questo: in quel processo di ricerca, di scavo interiore, che non si basa sul puro ri-esperire ma è un rivivere, un riscoprire e un re-interpretare, eventi e azioni del passato, relazioni e affetti per rintracciare, riannodandole, le coordinate storiche ed emotive del percorso esistenziale di ciascuno, in qualsiasi età della vita.
Sei mia. Un amore violento - Eleonora De Nardis – Libri è un romanzo che essendo scritto sotto forma di diario, ha il potere di coinvolgere incredibilmente il lettore in una sorta di simbiosi empatica con la protagonista. Il primo bacio ricevuto da Eli lo riceve anche il lettore, il primo schiaffo preso in pieno viso da Eli lo prende anche chi entra con gli occhi in quelle righe.
E questo rivivere una tragedia che però si trasforma in una grande rinascita dà la forza a molte persone di capire la propria situazione e voler imitare la protagonista dando una svolta alla propria vita
Eleonora De Nardis