All'età di 60 anni, il microbiologo Brian Hanley ha deciso di oltrepassare il confine della cautela scientifica alterando il proprio Dna allo scopo di trovare l'elisir di lunga vita.
A ripercorrerne la storia è Repubblica, che spiega le fasi attraverso cui è maturata quella che sembra a tutti gli effetti una folle idea. Hanley è partito dall'analisi del virus dell'Hiv. A un certo punto scoprì che l'ormone della crescita aderisce alle cellule umane utilizzando gli stessi recettori che usa il virus dell'Hiv per danneggiarle. Ha pensato quindi di servirsi dell'ormone per bloccare l'infezione. Una maggiore presenza dell'ormone della crescita equivarrebbe a minor spazio a disposizione per il virus, che non potrebbe più propagarsi nell'organismo.
Tuttavia, la sua deduzione non ha convinto le case farmaceutiche, che non hanno voluto finanziare il progetto di ricerca sull'Hiv. Hanley si è interessato allora agli altri benefici assicurati dall'ormone della crescita, ovvero il potenziamento del sistema immunitario e il contrasto all'invecchiamento dell'organismo.
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