Il 32% dei decessi causati dal cancro in Europa è associato a povertà e bassa istruzione. In Italia la percentuale è inferiore grazie al Sistema sanitario nazionale, ma c’è comunque troppo burocrazia e si segnala mancanza di personale.
A battere su questo punto è l’Associazione italiana di oncologia medica nel corso del convegno Close the Care Gap al Senato, alla vigilia della Giornata Mondiale contro il Cancro che si celebra il 4 febbraio. L'obiettivo dell'evento, afferma l'Aiom, è sensibilizzare i cittadini sulle differenze nell'accesso alle cure.
Le persone meno istruite e più povere tendono ad adottare stili di vita scorretti, non effettuano screening, spesso non hanno accesso ai sistemi sanitari e arrivano così molto tardi alla diagnosi di tumore, quando il cancro è già in fase avanzata. Le disparità sono meno evidenti in quei paesi, come l’Italia, in cui vige un sistema sanitario universalistico.
L'Italia, però, avverte Aiom, deve colmare il divario nell'adesione ai programmi di screening che ancora permane fra Nord e Sud e serve un grande piano di sensibilizzazione per recuperare queste lacune. Inoltre, nel nostro Paese, più del 50% del tempo di ogni visita oncologica è assorbito da adempimenti burocratici. Per questo gli specialisti chiedono di assumere personale che possa occuparsi di questi aspetti.
"L'Italia sembra soffrire meno delle disuguaglianze sociali nei tumori - afferma il presidente Aiom, Saverio Cinieri - ma vi sono aree su cui servono interventi urgenti, a partire dalla sensibilizzazione dei cittadini sui corretti stili di vita".
Nell’ultimo anno si sono registrate in Italia 390.700 nuove diagnosi di cancro, e il 40% dei casi potrebbe essere evitato agendo su fattori di rischio modificabili. Il principale fattore di rischio è il fumo, associato all’insorgenza di un tumore su 3 e a 17 tipi diversi di cancro, oltre a quello del polmone.