Due ore è il tempo di cui ha avuto bisogno l’Intelligenza Artificiale per scovare un antibiotico in grado di combattere il superbatterio...
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La streptotricina potrebbe risolvere molti dei problemi posti dai batteri gram-negativi resistenti ai farmaci. A dirlo è uno studio pubblicato su...
Zoster e rischio cardiovascolare
Un’analisi condotta dall’'Istituto di Ricerca Health Search mette in luce un rapporto stretto tra infezione da Herpes Zoster e un meccanismo infiammatorio a livello vascolare arterioso, rafforzando il ruolo e l'importanza delle coperture vaccinali nei confronti dell'Herpes Zoster nei soggetti coinvolti. "L'analisi degli studi relativi alle complicanze dell'infezione da Herpes Zoster è stata presentata da Francesco Lapi, Direttore Istituto di Ricerca SIMG, Firenze, e da Alessandro Rossi, Responsabile Patologie Acute SIMG in un incontro organizzato a Roma. Secondo gli esperti ci sarebbe un rapporto stretto tra questa infezione virale e un meccanismo infiammatorio a livello vascolare arterioso. La varietà e la gravità di queste conseguenze ci inducono a raccomandare fortemente la prevenzione, che può essere attuata grazie alla vaccinazione. In particolare, è disponibile un vaccino ricombinante adiuvato, che ha dimostrato un rapporto rischio/beneficio nettamente favorevole, oltre che una persistenza d'effetto nel tempo, che raggiunge i 10 anni. Tale vaccino, inoltre, può essere somministrato anche nei pazienti immunocompromessi azienti affetti da patologie croniche, i più esposti all'infezione
La tubercolosi resta una delle principali infezioni killer nel mondo, con 1,6 milioni di morti e milioni di contagi ogni anno a livello globale, e un impatto enorme su famiglie e comunità. L'anno scorso, complice la pandemia di Covid-19, per la prima volta in quasi due decenni l'Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato una risalita dei casi di Tbc e di Tbc resistente ai farmaci, insieme a un aumento dei decessi.
L'Italia è in pole verso l'obiettivo di eliminare la tubercolosi entro il 2030, rilanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità. "L'Italia, con circa 3mila nuovi casi l'anno, è un Paese definito a bassa endemia di tubercolosi ed è uno dei Paesi candidati a vincere questa battaglia", afferma Daniela Maria Cirillo, presidente della Società europea di micobatteriologia (Esm) e coordinatore per l'Associazione microbiologi clinici italiani (Amcli) del gruppo di lavoro sui micobatteri. Ma "perché questo avvenga - avverte l'esperta, a capo dell'Unità Patogeni emergenti dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano - è necessario che si prenda coscienza che la malattia esiste ancora, che colpisce i più fragili.
Dopo il danno, la beffa. Le popolazioni della Romagna martoriate dal maltempo e dai danni causati dall’alluvione possono rischiare ora di contrarre...
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Attenzione all’epatite C
Quando si ha la possibilità di eradicare un virus che può portare ad un tumore, a costi pesanti per il sistema sanitario, oltre che a gravi conseguenze per la salute del singolo, è evidente che occorra innanzitutto individuare i portatori. E lo screening è l’elemento chiave. Per questo sono importanti campagne come "C devi pensare", dedicate a tutti i nati dal 1969 al 1989, da oggi, partecipare alla campagna di prevenzione per identificare le infezioni causate dal virus C dell’epatite. La patologia rappresenta una delle principali cause dello sviluppo di malattie croniche del fegato come, per esempio, l’epatite cronica, la cirrosi epatica e il cancro del fegato. Lo screening è l'unico modo per individuarla poiché la maggior parte delle persone con la forma cronica di malattia non presenta alcun sintomo.
Covid-19, in lieve rialzo i ricoveri ordinari
Leggera virata verso l'alto della curva dei ricoveri ordinari di pazienti con infezione da Sars-CoV-2: +4,2% il dato registrato nell'ultima settimana. È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere del 14 marzo 2023
Covid-19, Cdc: in Usa variante Kraken all'85%. Quasi scomparse le altre
La sotto-variante XBB.1.5 (detta Kraken) dilaga negli Stati Uniti. Secondo l'ultima proiezione dei Centers for Disease Control and Prevention nell'ultima settimana è stata responsabile dell'85% dei contagi su scala nazionale
Sono 28.354 i nuovi casi di Covid-19 registrati in Italia nella settimana da venerdì 10 febbraio a giovedì 16 febbraio 2023. È quanto emerge dal nuovo bollettino settimanale del Ministero della Salute pubblicato oggi, venerdì 17 febbraio
Adottare lo stile di vita più corretto aiuta a evitare il Long Covid. A rivelare l’effetto, soprattutto sulle donne, è uno studio pubblicato su Jama...
Alcuni farmaci per il raffreddore e l’influenza contenenti pseudoefedrina sono sotto indagine da parte dell’Ema per possibili effetti avversi gravi...
Nel periodo 25-31 gennaio 2023, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,73 (range 0,64-0,91), in aumento rispetto alla settimana precedente", quando era a 0,68, "ma sotto la soglia epidemica" di 1 "anche nel range superiore", secondo quanto riportato inoltre dall'Istituto superiore di sanità
Uno studio pubblicato su The Lancet smentisce l’ipotesi secondo cui la recente nuova ondata di Covid in Cina abbia dato il via alla diffusione di...
Oggi nel Lazio su 2.329 tamponi molecolari e 7.286 tamponi antigenici per un totale di 9.615 tamponi, si registrano 779 nuovi casi positivi (-293), sono 6 i decessi (+1), sono 539 i ricoverati (-10), 23 le terapie intensive (-2) e +1.834 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 8,1%. I casi a Roma città sono a quota 430.
La variante Kraken sarà presto dominante in Europa
Secondo la previsione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), la sottovariante di Omicron XBB.1.5 potrebbe prevalere nel Vecchio Continente "nei prossimi uno o due mesi". La gravità dell'infezione non sembra però diversa dalle varianti Omicron già diffuse in precedenza
Una pagina per chiarire i dubbi sulle Malattie infettive.
In questo gruppo parliamo dei problemi riguardanti le malattie che si possono trasmettere. Qui potrai inserire le tue domande, chiarire i tuoi dubbi, leggere gli articoli degli specialisti, contattare i medici, segnalare le strutture sanitarie specializzate, commentare i messaggi degli utenti, mettere 'mi piace', raccontare la tua esperienza personale e scambiare informazioni con persone che condividono la tua stessa malattia
Due ore è il tempo di cui ha avuto bisogno l’Intelligenza Artificiale per scovare un antibiotico in grado di combattere il superbatterio Acinetobacter baumannii, indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno dei batteri più resistenti e pericolosi al mondo.
A riuscire nell’impresa è un team di ricerca della McMaster University e del Massachusetts Institute o Technology che ha pubblicato i dettagli della scoperta su Nature Chemical Biology.
Acinetobacter baumannii è un agente patogeno resistente ai farmaci, capace di prelevare il Dna da altre specie di batteri, compresi appunto i geni della resistenza agli antibiotici. Il batterio è presente soprattutto negli ambienti ospedalieri, dove sopravvive a lungo sulle superfici causando polmoniti, meningiti e gravi infezioni che possono anche portare al decesso.
“L'Acinetobacter può sopravvivere sulle maniglie e sulle attrezzature degli ospedali per lunghi periodi di tempo e può assorbire i geni della resistenza agli antibiotici dal suo ambiente”, precisa l'autore Jonathan Stokes.
L’Intelligenza Artificiale consente di identificare molto più velocemente i composti migliori grazie ai moderni approcci di apprendimento automatico. Si analizzano così centinaia di milioni di molecole con proprietà antibatteriche.
Nel nuovo studio i ricercatori hanno identificato la nuova molecola fra circa 7.000 potenziali composti servendosi di un modello di apprendimento automatico addestrato a capire quali fossero le sostanze in grado di inibire la crescita del batterio.
“Questo lavoro conferma i vantaggi dell'apprendimento automatico nella ricerca di nuovi antibiotici”, afferma Stokes. “Utilizzando l'intelligenza artificiale, possiamo cercare più rapidamente e aumentare significativamente le possibilità di scoprire molecole antibatteriche fondamentalmente nuove”.
L’antibiotico si è mostrato efficace sia in test di laboratorio sia su modello animale. L’aspetto interessante è che sembra aggressivo in maniera specifica contro A. baumannii. Ciò significa che il composto ha meno probabilità di sviluppare la resistenza ai farmaci e potrebbe portare a trattamenti più precisi ed efficaci.
Nella maggior parte dei casi, infatti, gli antibiotici vengono definiti “ad ampio spettro”, cioè in grado di uccidere tutti i batteri, quindi anche quelli buoni del microbioma intestinale.
“Sappiamo che gli antibiotici ad ampio spettro non sono ottimali e che i patogeni hanno la capacità di evolversi e adattarsi a ogni trucco che gli lanciamo”, conclude Stokes. “L'intelligenza artificiale ci offre l'opportunità di aumentare notevolmente la velocità con cui scopriamo nuovi antibiotici e possiamo farlo a un costo ridotto".
Salve, mi pare improbabile che l'assunzione da lei documentata possa aver inficiato l'efficacia del vaccino a distanza di quasi 3 mesi. Per maggiore tranquillità, comunque, è possibile effettuare un test sierologico che attesti la corretta produzione degli anticorpi.
Molto difficile dare risposte sulla dermatologia tramite foto, consiglio vivamente la visita dermatologica di persona
Nell'accesso alle dosi saranno comunque privilegiate due categorie: le persone più esposte al rischio Covid (dai sanitari alle forze dell'ordine) e quelle fragili (anziani in primis).
Chi si vaccinerà contro il Covid riceverà una sorta di patentino. La novità è stata annunciata dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri. «Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire - ha spiegato Arcuri - la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto». Sarà il ministero della Salute a stabilire i dettagli di questo «certificato di vaccinazione». Nell'accesso alle dosi saranno comunque privilegiate due categorie: le persone più esposte al rischio Covid (dai sanitari alle forze dell'ordine) e quelle fragili (anziani in primis).
Ipotesi obbligo vaccinazione per fasce d’età
Il tema dell'obbligatorietà non è stato ancora affrontato. Ed è certo che il piano sui vaccini andrà anche in Parlamento. Per il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, però «dovrebbe essere inserita un'obbligatorietà per fasce d'età». Lo schema «dovrebbe ricalcare quello del vaccino antinfluenzale», con una particolare attenzione alle fasce fragili e ai soggetti anziani, i più esposti ai rischi del coronavirus. Per una «protezione di gregge», ha detto scegliendo una definizione diversa rispetto a “immunità di gregge”, è necessario che una ampia fascia della popolazione si vaccini. Per il professor Andrea Crisanti, bisognerebbe superare la soglia del 70% per arrivare a risultati efficaci. Anche alla luce di queste considerazioni, ha ribadito Sileri, «servirebbe un'obbligatorietà legata alle fasce d'età. A mio avviso servirà tutto il 2021 per la vaccinazione».
Piano vaccinazione da completare entro settembre
Il primo vaccino sarà quello di Pfizer «con 3,4 milioni di dosi che arriveranno nella seconda metà di gennaio per vaccinare 1,7 milioni di italiani visto che serviranno due dosi» ha assicurato il commissario Arcuri, confermando l'arrivo delle prime dosi di vaccini nelle prossime settimane a cui ne seguiranno molte altre per vaccinare gran parte degli italiani entro settembre. «Ma non conosciamo quanti italiani vorranno farsi il vaccino».
Al via il bando per le siringhe
Arcuri ha anche annunciato che partirà lunedì il bando per le siringhe e gli aghi che dovranno essere acquistate per rendere certa la somministrazione per il primo e gli altri vaccini in arrivo. Un acquisto molto corposo per alcune decine di milioni di dispositivi: le tipologie di siringhe sono almeno tre e le misure degli aghi almeno sei. Un bando, questo, che segue quello di altri Paesi come la Spagna, la Francia e la Germania che hanno già ordinato decine di milioni di siringhe di precisione. «Le cercheremo se serve all'estero, ma c'è una industria nazionale che credo si aspetti di poter fare la sua parte anche su questo aspetto», ha concluso Arcuri. Che attende dalle Regioni la lista di ospedali e Rsa da dove si comincerà la vaccinazione a gennaio.
I vaccini in pista
Nuove buone notizie arrivano intanto dai laboratori. Il vaccino in sperimentazione dell'università di Oxford, Irbm e Astrazeneca è ben tollerato, soprattutto negli anziani, e induce una protezione immunitaria simile a quella vista nei giovani adulti, come indicano i risultati della fase 2 pubblicati sulla rivista Lancet. Dati che si aggiungono a quelli anticipati da Pzifer e Moderna nei giorni scorsi sull'efficacia dei loro vaccini, che sembrano però provocare in alcune persone effetti collaterali intensi, anche se non pericolosi e di breve durata, ma su cui la rivista Science chiede trasparenza nella comunicazione. Stando ai dati citati da Science sui vaccini a Rna di Pfizer e Moderna, meno del 2% dei volontari ha avuto febbre alta tra 39 e i 40 gradi e con quello di Moderna il 9,7% ha riportato fatica, l'8,9% dolori muscolari, il 5,2% dolori alle articolazioni e il 4,5% mal di testa.
Vaccino Covid, si parte a gennaio tra patentino e ipotesi di ‘obbligo a fasce’ in base all’età. Il piano prende forma, come ha spiegato il commissario Domenico Arcuri.
“Stiamo disegnando un piano dei vaccini, il primo sarà quello di Pfizer e all’Italia arriveranno 3,4 milioni di dosi nella seconda parte di gennaio, che serviranno a vaccinare 1,7 milioni di italiani perché a ogni persona dovranno essere somministrate due dosi”, ha detto.
Il prodotto Pfizer richiede condizioni particolari per la conservazione, con temperature di circa -70/-80 gradi. I frigoriferi “ci sono”, ha detto Arcuri. “Martedì scorso abbiamo inviato alle Regioni una lettera in cui chiediamo di indicarci entro domani i luoghi di destinazione, dove si ritiene più proficuo far arrivare i vaccini. La distribuzione la farà direttamente la Pfizer”, ha aggiunto.
“Sulla base di previsioni non ancora validate una parte importante della popolazione entro il terzo trimestre 2020 sarà vaccinata”, ha detto Arcuri, auspicando che “nel corso del 2021 la somministrazione del vaccino avvenga su larga scala”. Arcuri ha sottolineato in ogni caso che al momento “non sappiamo quanti italiani vorranno fare il vaccino”.
“Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto, per seguire la tracciabilità dei beni sul territorio”, ha detto Arcuri, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un patentino. La soluzione “sarà possibile e sarà il ministero della Salute a stabilire le modalità”.
Si è spinto oltre il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: “Dovrebbe essere inserita un’obbligatorietà per fasce d’età“, ha detto intervenendo a Piazzapulita. Lo schema “dovrebbe ricalcare quello del vaccino antinfluenzale”, con una particolare attenzione alle fasce fragili e ai soggetti anziani, i più esposti ai rischi del coronavirus.
Per una “protezione di gregge”, ha detto scegliendo una definizione diversa rispetto a ‘immunità di gregge’, è necessario che una ampia fascia della popolazione si vaccini. Per il professor Andrea Crisanti, bisognerebbe superare la soglia del 70% per arrivare a risultati efficaci. Anche alla luce di queste considerazioni, ha ribadito Sileri, “servirebbe un’obbligatorietà legata alle fasce d’età. A mio avviso servirà tutto il 2021 per la vaccinazione”.
Il vaccino contro il Covid-19 sviluppato dalla società AstraZeneca in collaborazione con l'Università di Oxford produce una “forte risposta immunitaria negli anziani”. È quanto risulta dai dati dei primi studi pubblicati sulla rivista medica The Lancet. I risultati della fase uno e della fase due suggeriscono che uno dei gruppi più a rischio di morte o malattia grave da Covid-19 sia in grado di costruire l’immunità. Circa 560 volontari adulti sani hanno preso parte ai test di fase due, in cui sono state somministrate due dosi del candidato vaccino, o un placebo. Non sono stati segnalati effetti collaterali gravi, si legge nella relazione. “Le risposte immunitarie dei vaccini sono spesso diminuite negli anziani perché il sistema immunitario si deteriora gradualmente con l'età, il che rende anche gli anziani più suscettibili alle infezioni. Di conseguenza, è fondamentale che i vaccini Covid-19 siano testati in questo gruppo che è anche un gruppo prioritario per l'immunizzazione”, ha spiegato l'autore principale dello studio, il professor Andrew Pollard, dell'Università di Oxford, Regno Unito. “Le robuste risposte di anticorpi e cellule T osservate nelle persone anziane nel nostro studio sono incoraggianti. Le popolazioni a maggior rischio di malattia grave da Covid-19 includono persone con problemi di salute pregressi e adulti più anziani. Ci auguriamo che questo significhi che il nostro vaccino aiuterà a proteggere alcune delle persone più vulnerabili della società, ma saranno necessarie ulteriori ricerche prima di poter essere sicuri”, ha spiegato il coautore, il dottor Maheshi Ramasamy, dell'Università di Oxford