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Chirurgia e malattie della colonna vertebrale

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Il gruppo Chirurgia della colonna vertebrale lombare è volto a rispondere alle domande inerenti tutti gli interventi chirurgici che possono essere proposti sul tratto lombare sia per la patologia degenerativa quanto quella traumatica. L'obiettivo è dare la possibilità all'utente di chiarire eventuali dubbi circa trattamenti chirurgici proposti.Chiarire in merito alle modalità del trattamento ed eventualmente eventuale esiti degli stessi.Appresso articoli che può inserire nell sezione

 

 

 


Categoria
Ortopedia
Creato
Giovedì, 18 Ottobre 2012
Amministratori Gruppo
Dario Di Pietro, Fabio Pascarella (Ortopedia e Chirurgia della Mano), dott. Perrone (Ortopedia e Traumatologia), Raffaella Vellani
  • Super User
    Il Tacco alto si

    Ma con buongusto e buonsenso

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    I tacchi alti e le punte strette sono sicuramente nemiche del piede ma per realizzare danni importanti o irreversibili hanno bisogno di agire costantemente e per periodi di tempo prolungati,pertanto un piede che non presenta malattie o deformità potrà calzare senza danni anche tacchi alti e punte strette, giusto per una serata a teatro o per una cena importante, non certo come abitudine prolungata di vita.
    D’altra parte poche sono le donne che rinuncerebbero al piacere di utilizzare tacchi alti! Il tacco alto modifica completamente il modo di camminare rendendo la falcata più sexy, rende il bacino più sporgente accentua la differenza tra uomo e donna, la stessa incertezza dona un senso di gradevole fragilità molto apprezzata dagli uomini.
    Dunque tacchi si ma con buonsenso, d’altra parte la maggior parte delle patologie del piede sono per lo più di natura genetica. L’intimo rapporto tra

    piede e scarpa ha un duplice aspetto:la scarpa con il tacco alto può fare evidenziare precocemente patologie latenti del piede, mentre l’utilizzo esasperato del tacco alto può a
    sua volta indurre patologie anche gravi. L’altezza del tacco condiziona in modo matematico la quantità di peso che vogliamo venga trasferito sull’avampiede e sul retropiede. In condizioni normali è consigliabile una distribuzione del 50% anteriore e 50% posteriore. Ciò si ottiene con 3-4 cm. di tacco.
    Interessante osservare che con 9 cm. di tacco il 100% di peso è trasferito anteriormente sui metatarsi. Più alziamo il tacco e più il baricentro viene portato in avanti.
    Questo giustifica la comparsa di dolore ai polpacci e alla schiena in soggetti che portano invece tacchi troppo bassi o nulli che male si integrano con le curve fisiologiche della colonna vertebrale.
    La zeppa non presenta particolari controindicazioni o differenze rispetto al tacco alto, l’unico inconveniente
    consiste nel fatto che se non costruita con materiali adatti può essere eccessivamente pesante e quindi
    interferire negativamente sul fisiologico meccanismo della deambulazione, quindi zeppe si purché “leggere”.
    Su questo tipo di tacco prevalentemente estivo si è detto di tutto e di più. Valgono parzialmente molte
    considerazioni già fatte per i tacchi alti in genere, pertanto come in ogni scelta dettata dalla moda se ne sconsiglia un uso esasperato e prolungato. Come sempre il criterio di scelta deve essere quello del “ruolo” ovvero usare la scarpa di nostro gradimento nel luogo giusto, nel momento giusto, per la funzione giusta e per il tempo imposto dalle circostanze.
    Non dimentichiamo che anche la scarpa da ginnastica contiene una carica di attrattiva erotica come i tacchi altissimi e ben lo sanno i produttori cinematografici ed in particolare produttori di film per adulti nei quali il nudo femminile totale è sempre comunque rappresentato con calzature di questi due tipi, mai con un
    mocassino! I guai del piede come è noto, derivano in grandissima parte dall’uso di scarpe che spesso non sono adatte al ruolo e vengono scelte a volte solo per motivi estetici che per comodi e salutari criteri protettivi del piede.
    Per avere piedi sani e belli invece, è fondamentale calzare abitualmente scarpe comode e adatte alla reale forma del piede stesso, alle sue importanti funzioni di sostegno del corpo e di movimento.
    Non criminalizziamo affatto i tacchi alti che non danneggiano un piede sano ed aiutano ad evidenziare spesso precocemente patologie latenti che diventano così più facilmente curabili.
    Le donne corrono per tutto il giorno dalla casa all’ufficio, alla fabbrica o al mercato, usando spesso per troppo tempo scarpe strette e a punta, su faticosissimi tacchi che vanno oltre i canonici 3-4 centimetri
    e si meravigliano poi di sentire le loro estremità stanche e dolenti, e spesso non solo le estremità.
    Tutto il corpo, infatti, non può che risentire negativamente di una base instabile come quella di due piedi costretti a mantenere un equilibrio difficile in modo innaturale per troppo tempo ed in modo continuativo.
    Quindi nulla da eccepire nell’uso di tacco alto anche esasperato ma nel luogo giusto ed in modo non continuativo.
    Se invece sorgono problemi o dolori è forse il caso di consultare uno specialista per inquadrare correttamente i sintomi.
    E’ importante conoscere i nostri piedi, per imparare a salvaguardarne la salute e l’estetica.
    Composto da ben 26 ossa più innumerevoli articolazioni, parti molli e legamenti questa meravigliosa opera
    di architettura fatta di ossa piccole e resistenti, si muove su 33 articolazioni che ne fanno una straordinaria macchina di locomozione e di equilibrio per l’intero corpo, sono proprio queste giunture infatti a rendere il piede elastico e resistente e a consentirgli il movimento, il cui atto fondamentale è costituito dal passo.
    E’ bene inoltre sapere che il 90% delle deformità o problematiche del piede trova risoluzione prevalentemente in ambito chirurgico,dopo un’accurata e precisa valutazione clinica e strumentale, i risultati sono molto buoni.
    Quindi non bisogna rinunciare ai piaceri del tacco vertiginoso così come non bisogna sottovalutare eventuali sintomi o temere le conseguenti decisioni.
    La donna è decisamente più esposta alle patologie che colpiscono il piede, questo sia per motivazioni di tipo genetico legate al sesso sia per una dimostrata ormonodipendenza di molte deformità e patologie in questo importante apparato.
    Gli estrogeni ed il progesterone favoriscono l’insorgenza di molte malattie del piede così come pure le malattie di origine artro-reumatico, autoimmunitario e le disendocrinie, tutte situazioni notoriamente più diffuse nel sesso femminile.
    Queste situazioni morbose possono essere esasperate o insorgere più precocemente con l’uso della calzatura scorretta.
    L’alluce valgo è sicuramente la patologia per la quale veniamo consultati più frequentemente: trattasi di una deviazione dell’alluce verso l’esterno che procede in modo ingravescente fino ad alterare gravemente l’appoggio del piede, l’armonia dei metatarsi e delle dita.
    E’molto importante comprendere che la problematica non è solo legata all’osso ma è una deformità complessa che comporta uno squilibrio muscolo tendineo che condiziona la crescita ed il posizionamento anomalo delle falangi e dei metatarsi.
    Non condividiamo quindi la sola correzione scheletrica (realizzabile con più di 50 tecniche!) ma riteniamo
    fondamentale correggere anche lo squilibrio delle parti molli associate. Siamo quindi avversi alla chirurgia
    “miniinvasiva” indiscriminata oggi molto di moda al meno che tale tecnica non sia una opzione in più alle altre metodiche in soggetti opportunamente selezionati.
    Utilizzando tecniche complete moderne è sempre possibile camminare subito con calzatura piana in buona
    autosufficienza anche operando i due piedi contemporaneamente. Anche il morbo di Morton e molto
    frequente: trattasi di un tumoretto benigno del nervo interdigitale tra 3°e 4° metatarso del piede che causa vivo dolore alle dita corrispondenti, non può regredire spontaneamente, deve essere asportato chirurgicamente con molta attenzione alla via di accesso chirurgica sulla quale esistono diverse scuole di pensiero.
    Noi usiamo una forma di accesso plantare particolare che rende praticamente nulli i disagi da cicatrice e permette di camminare subito. Le dita a martello sono frequentissime e praticamente associate a quasi tutte le altre deformità:molto fastidiose rendono più intollerabili le altre patologie.
    Le alterazioni della volta plantare come il piede piatto ed il piede cavo possono rendere precario l’uso di
    calzature e necessitano di una accurata valutazione clinica e strumentale prima di affrontarne la correzione che dovrà essere squisitamente personalizzata.
    Attenzione a non “cadere”dai tacchi alti ! Le conseguenze possono essere catastrofiche sulla caviglia causando gravissime lesioni legamentose della stessa ed importanti fratture.
    Prof. Paolo Maraton Mossa
    Direttore Scientifico
    Centro Pilota di Chirurgia del Piede di Milano
    Titolare della Cattedra di Ortopedia dell’Università di Lugano

    Martedì, 04 Marzo 2014 da Super User
  • marios80
    Osteo angioma di L2 L3
    Iniziata da marios80 Martedì, 17 Ottobre 2017 1 Risposta

    Buongiorno
    L'angioma vertebrale è un tumore benigno a lenta crescita che da sintomi solo quando diventa molto grande. Bisognerebbe visitarla e vedere le immagini per capire se i suoi sintomi sono causati dall'angioma.
    Per quanto riguarda il bodybuilding non è sicuramente lo sport più consigliato, ma se l'angioma è piccolo e non indebolisce la vertebra può continuare.
    Per quanto riguarda la magnetoterapia non è consigliabile perché comunque aumenta il metabolismo basale col rischio che l'angioma cresca più velocemente.
    Cordiali saluti
    Dott Fabio Pascarella

    Ultima risposta di Dott. Fabio Pascarella (Ortopedia) il Venerdì, 20 Ottobre 2017
  • Manu71
    Tecnica di innesto di cellule cartilaginee del disco
    Iniziata da Manu71 Giovedì, 24 Novembre 2016 3 risposte

    Gentile Signora,
    l'innesto di cellule cartilaginee non fa parte delle linee guida del trattamento delle discopatie degenerative, viene praticato in pochi centri e ancora non si hanno risultati a lungo termine,
    In ogni caso bisognerebbe vedere il grado della sua patologia per capire se è indicato nel suo caso.
    Il trattamento che le è stato proposto è un trattamento corretto, ma come le diceva il collega comporta a lungo termine dei problemi sulle vertebre adiacenti.
    In alternativa può fare un trattamento meno invasivo applicando un dispositivo interspinoso che distanzia un po le vertebre.
    Cordiali saluti
    Dott Fabio Pascarella

    Ultima risposta di Dott. Fabio Pascarella (Ortopedia) il Lunedì, 08 Maggio 2017
  • saragio63
    cifoplastica percutanea
    Iniziata da saragio63 Domenica, 03 Gennaio 2016 1 Risposta

    Gentile utente, sebbene la cifoplastica è una tecnica chirurgica che consente di ottenere buoni risultati (laddove viene posta la giusta indicazione), tuttavia non è scevra da complicanze ed effetti collaterali.
    Nel suo caso non ci è dato di sapere se è stata sottoposta a questo tipo di intervento per fratture vertebrali osteoporotiche o altro.
    Il mio consiglio, comunque, è quello di mettersi in contatto con il collega che l'ha operata poiché solo lui ha a disposizione dati sufficienti per poterla aiutare in modo preciso.
    In attesa del controllo consulti il suo medico di famiglia per avere indicazioni terapeutiche su analgesici da prendere in attesa della visita di controllo.
    AUguri

    Ultima risposta di Dott. Luigi Grosso - Chirurgo Spalla e Gomito il Venerdì, 08 Gennaio 2016
  • Antonella
    Rimosso
    Iniziata da Antonella Giovedì, 10 Dicembre 2015 0 risposte
  • helenio
    Artrodesi posteriore
    Iniziata da helenio Mercoledì, 05 Marzo 2014 1 Risposta

    Mi sembra di capire che lei soffrisse di una spondilolistesi. Il dolore potrebbe essere correlato ad una irritazione delle radici nervose, evenienza possibile soprattutto nel caso di viti in S1. Se il dolore è severo potrebbe essere opportuno valutare di rimuovere la vite in S1. L'EMG arti inferiori può far fare diagnosi di lesione nervosa. Un cordiale saluto www.vinicioperrone.com

    Ultima risposta di dott. Perrone (Ortopedia e Traumatologia) il Mercoledì, 05 Marzo 2014
  • Guiovannacanino
    Problema per un intervento chirurgico
    Iniziata da Guiovannacanino Giovedì, 30 Gennaio 2014 1 Risposta

    Quanto pesa? Mi può inviare sua radiografia e sua foto? Esistono sistemi percutanei che permettono di dare stabilità alla colonna vertebrale allorquando si ha timore di maggiori complicanze con la chirurgia aperta. Ev altri colleghi sono il Dr Gorgoglione di San Giovanni Rotondo, il Dr Bassani di Pavia, il Dr Bruno Brayda di Milano. Sul web trova mio sito internet con email personale. Un cordiale saluto.

    Ultima risposta di dott. Perrone (Ortopedia e Traumatologia) il Giovedì, 30 Gennaio 2014
  • Nike
    Cervicale
    Iniziata da Nike Venerdì, 24 Gennaio 2014 1 Risposta

    penso che non vi siano trattamenti. Eviti di fare il movimento che fa scattare le sue articolazioni. A presto.

    Ultima risposta di dott. Perrone (Ortopedia e Traumatologia) il Sabato, 25 Gennaio 2014
  • Idatrento86
    dolori colonna
    Iniziata da Idatrento86 Martedì, 21 Gennaio 2014 2 risposte

    Non ho elementi a sufficienza per risponderle in modo corretto. Un'ernia del disco cervicale si manifesta in modo diverso.Rivolga la domanda al neurologo, Ritengo che possa trattarsi di altro disturbo, ma non di un'ernia cervicale. A presto.

    Ultima risposta di dott. Perrone (Ortopedia e Traumatologia) il Mercoledì, 22 Gennaio 2014
  • francesco
    Rm dorsale con quesito: Collasso traumatico vertebrale?
    Iniziata da francesco Sabato, 04 Gennaio 2014 1 Risposta

    Dovrebbe sottoporsi ad una visita ortopedica. Il mal di schiena riconosce spesso cause meccaniche che possono essere confermate con adeguate radiografie. La rmn dimostra piccole anomalie ma esse vanno confermate dal dato clinico, ovviamente. Si sottoponga quindi ad una visita ortopedica al fine di poter discutere su una diagnosi clinica piuttosto che su un referto diagnostico. A presto.

    Ultima risposta di dott. Perrone (Ortopedia e Traumatologia) il Lunedì, 06 Gennaio 2014
  • emilianofg
    Artrosi della colonna vertebrale
    Iniziata da emilianofg Mercoledì, 23 Gennaio 2013 1 Risposta

    Gli esami vanno fatti in presenza di un disturbo clinico. L'artrosi è inesorabile. la si può controllare attraverso il controllo del peso ed una corretta attività fisica. Un distinto saluto.

    Ultima risposta di dott. Perrone (Ortopedia e Traumatologia) il Venerdì, 13 Dicembre 2013
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