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Contributo per l'acquisto della parrucca in favore di persone sottoposte a terapia oncologica
Un po più complicato?
Con Deliberazione di Giunta regionale n. 761 del 12 novembre 2021, la Regione Lazio ha approvato le nuove modalità attuative inerenti i contributi ai cittadini sottoposti a terapia oncologica per l’acquisto della parrucca.
In particolare, si evidenzia che è stata estesa agli uomini affetti da alopecia conseguente a terapia oncologica la possibilità di richiedere il contributo per l’acquisto di una parrucca e che è stata innalzata la soglia ISEE necessaria per la presentazione delle domande, prevedendo un valore dell’indicatore non superiore a € 50.000,00.
Per l’anno 2023 la richiesta del contributo deve essere presentata preferibilmente via email al PUA del distretto di residenza, entro le seguenti scadenze:
28 febbraio 2023 (vedi Avviso);
30 giugno 2023;
31 ottobre 2023.
Ciascuna scadenza sarà preceduta dalla pubblicazione di un avviso sul portale aziendale.
La richiesta deve essere accompagnata dal recapito telefonico per eventuali chiarimenti e/o comunicazioni. Il riscontro all’utente sarà fornito via email o tramite contatto telefonico.
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L’importanza dell’oblio oncologico
E' fondamentale considerare le persone che superano un tumore come soggetti che non sono più malati e che quindi hanno diritto di avere le prestazioni simili a quelle dei loro coetanei che non hanno incontrato la patologia, quando cercano lavoro o necessitano di un mutuo, tanto per citare alcuni aspetti.
L’obiettivo è abolire l'obbligo di dichiarare di aver avuto un tumore al momento di stipulare un contratto o di avanzare una richiesta di adozione. Un diritto già sancito per legge in altri Paesi europei. In Francia già dal 2016 e dopo solo 5 anni di assenza di recidive, in Olanda, Belgio, Lussemburgo, Portogallo e Romania, prima del passo avanti spagnolo, banche e compagnie assicurative, così come i datori di lavoro, non possono infatti richiedere informazioni sulle patologie pregresse, quando è trascorso un lasso di tempo che varia dai 5 ai 10 anni dall'inizio delle cure. I nove disegni di legge sull'oblio oncologico depositati in Parlamento, più o meno tutti dello stesso tenore, devono ancora essere calendarizzati nelle commissioni competenti
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L'oncologia (dal greco óncos, massa e logos, studio) è la branca della medicina che concerne lo studio e il trattamento dei tumori. Neoplasia (dal greco "neo", nuovo, e "plasìa", formazione) è la proliferazione anomala e incontrollata di cellule in un tessuto o in un organo del corpo. La maggior parte delle neoplasie proliferano a formare masse (più o meno) distinte dalla zona in cui sorgono. In questo senso il termine neoplasia è usato come sinonimo di tumore (dal latino "tumeo", gonfio).
Il termine cancro è solitamente impiegato come sinonimo di neoplasia maligna. La forma di cancro più frequente è il carcinoma, una classe di tumori maligni che sorgono dalle cellule epiteliali nella pelle, nel tratto gastrointestinale e in altri organi interni (qualora interessi gli epiteli ghiandolari si parla di adenocarcinoma).
A titolo di esempio di forme di cancro diverse dal carcinoma, possono essere menzionati i sarcomi, che derivano da cellule dei tessuti molli (muscoli, vasi sanguigni, tessuto adiposo) e delle ossa, i gliomi, che risultano dalla trasformazione delle cellule gliali del Sistema nervoso centrale, i linfomi, che derivano dalla trasformazione neoplastica dei linfociti, il melanoma che deriva dalla trasformazione neoplastica dei melanociti della cute o di altri organi.
I farmaci che agiscono sul metabolismo delle cellule tumorali - chiamati comunemente antimetaboliti - sono particolarmente attivi nel trattamento delle cellule tumorali resistenti alle terapie. Lo hanno scoperto i ricercatori del dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Università di Padova, autori dell’articolo pubblicato sulla rivista Acta Neuropathologica Communications.
“Qui, abbiamo creato e caratterizzato modelli resistenti alla chemioterapia di medulloblastoma, uno dei tumori cerebrali pediatrici più letali, per scoprire vulnerabilità individuabili associate al loro fenotipo resistente”, scrivono i ricercatori.
La resistenza alla chemioterapia è considerata una delle principali cause di recidiva tumorale e una delle sfide più impegnative che i medici devono affrontare nel corso delle cure dei pazienti oncologici. Ancora oggi i meccanismi molecolari che ne sostengono l’insorgenza sono ignoti e oggetto di ricerca. È un problema particolarmente rilevante per il medulloblastoma, un tumore cerebrale pediatrico ancora difficile da curare e spesso refrattario alla chemioterapia.
Allo scopo di identificare i meccanismi molecolari che permettono ad alcune cellule tumorali di resistere alla chemioterapia, il team dell’Università di Padova insieme a colleghi dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza hanno esposto ciclicamente cellule di medulloblastoma derivate dai pazienti alla stessa combinazione di farmaci comunemente utilizzata in clinica.
Grazie a questi esperimenti i ricercatori hanno mostrato che le cellule di medulloblastoma resistenti alla chemioterapia sono in grado di stravolgere completamente molteplici processi intracellulari. Le cellule tumorali contrastano così i danni provocati dai farmaci, si adattano ai trattamenti farmacologici e soddisfano le crescenti esigenze di nutrienti.
Questa riconfigurazione metabolica può però trasformarsi nel tallone di Achille di queste cellule. Un risultato particolarmente rilevante, dal momento che molti dei farmaci identificati sono già approvati e attualmente impiegati nel trattamento di altre neoplasie, anche pediatriche, facilitando così il loro potenziale futuro impiego anche nel contesto del medulloblastoma.
Concludono i ricercatori: “I nostri risultati suggeriscono che le cellule resistenti ai farmaci ricollegano in modo significativo più processi cellulari, consentendo il loro adattamento a un ambiente chemiotossico, esponendo tuttavia suscettibilità alternative utilizzabili per il loro targeting specifico”.
Anche io vorrei far partecipare mio padre alla terapia sperimentale con Nivolumab. Come fare, sono disperata
SICURAMENTE CLINICA OTORINO UNIVERSITARIA CHE IL SUPPORTO DELLA ONCOLOGIA UNIVERSITARIA DI PISA... facci sapere
Salve. ..nella zona della Campania. ..molto valido rimane il policlinico di Napoli. ..a mio avviso
Salve. ...io seguirei il consiglio dell oncologo. ...e sentirei il parere di un oculista. ...
Gentilissima dott. ssa Camodeca, ho effettuato la cistoscopia a gennaio con esito negativo. L' urologo ha programmato la prossima per la fine di luglio. Ho chiesto se 6 mesi non fossero troppi : mi ha risposto di no proponendomi, medio tempore, una uro-tc (rispetto alla quale ho qualche dubbio, essendo la quarta tac con contrasto in un anno e mezzo) Ho anche chiesto se fosse opportuno procedere con instillazioni di BCG o ,meglio, di mitomicina: Anche in questo caso la risposta è stata negativa in base alla considerazione che tali instillazioni hanno senso solo se effettuate entro due o massimo tre settimane dall'intervento. Lei cosa ne pensa?
La ringrazio e La saluto cordialmente