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La psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi mentali che intercorrono tra gli stimoli sensoriali e le relative risposte.Attualmente la psicologia è una disciplina composita, i cui metodi di ricerca vanno da quelli strettamente sperimentali (di laboratorio o sul campo) a quelli più etnograficamente orientati (ad esempio: alcuni approcci della psicologia culturale); da una dimensione strettamente individuale (ad esempio: studi di psicofisica, psicoterapia individuale, etc.), a metodi con una maggiore attenzione all'aspetto sociale e di gruppo (ad esempio: lo studio delle dinamiche psicologiche nelle organizzazioni, la psicologia del lavoro che impiega i cosiddetti "gruppi focali", etc.)
A Roma mercoledì 7 giugno un papà, convinto di aver lasciato la propria bambina di 14 mesi al nido, scopre dopo 7 ore di averla lasciata in auto e la ritrova senza vita. Ora il padre è indagato per abbandono di minore.
3 domande allo psichiatra per capire perché può succedere, come la coppia può riprendersi e le conseguenze di un'indagine. Risponde Giovanna Crespi, Segretario della Società Italiana di Psichiatria Forense.
1. È corretto dire che il papà si è “dimenticato” la figlia in auto? Si tratta di “amnesia dissociativa” o “Forgetten Baby Syndome”?
“Questo tragico incidente non è propriamente classificabile né come Forgotten Baby Syndrome né come amnesia dissociativa. La Forgotten Baby Syndrome si riferisce a un episodio specifico in cui un genitore, per brevi periodi di tempo, dimentica la presenza del bambino in un veicolo. È spesso associata a fattori come distrazione, routine interrotte o sovraccarico di stress e responsabilità. Tuttavia, la Forgotten Baby Syndrome non implica un disturbo di memoria generale o persistente, ma si riferisce a un singolo evento specifico di dimenticanza. D'altra parte, l'amnesia dissociativa è un disturbo di memoria più ampio e persistente, spesso associato a traumi o eventi stressanti significativi nella vita di una persona. Comprende la perdita di memoria di parti o periodi di tempo specifici della propria vita o di eventi traumatici. L'amnesia dissociativa coinvolge solitamente una perdita di memoria più ampia e duratura rispetto a un singolo evento di dimenticanza. Nel caso del padre che dimentica la figlia in auto e questa muore, si tratta di un tragico incidente in cui è avvenuto un lapsus di memoria specifico. Non è un caso di amnesia dissociativa poiché non coinvolge una perdita di memoria più ampia e persistente né è necessariamente associato a un trauma specifico. È importante sottolineare che ogni situazione è unica e richiede una valutazione accurata da parte di professionisti qualificati per determinare le cause e le implicazioni specifiche nel contesto del caso individuale”.
2. Come sopravvive una coppia a un evento di questo tipo? Quali sono le strategie che lei suggerisce?
“Non è possibile tracciare ora un percorso che può andar bene a tutte le coppie. La guarigione da una perdita così devastante richiede tempo e pazienza e non esiste un processo di guarigione prestabilito o un termine finale per il lutto. Ognuno affronta il dolore e il lutto in modo diverso. Mi auguro che vengano seguiti fin da subito da professionisti qualificati specializzati in lutto e trauma. Un terapeuta può aiutare la coppia a lavorare attraverso il dolore, la colpa e il senso di perdita che accompagnano un evento del genere. Potranno fornire un ambiente sicuro per esplorare le emozioni e offrire strumenti e strategie di coping specifiche per il lutto. Partecipare a gruppi di sostegno per genitori che hanno subito esperienze simili, inoltre, può essere prezioso. Questi gruppi offrono un ambiente in cui le persone possono condividere le loro esperienze, ricevere sostegno reciproco e imparare da altre persone che stanno attraversando un percorso simile di dolore e guarigione. In un momento così difficile, può essere facile perdersi nella propria tristezza e distanziarsi l'uno dall'altro. È importante fare uno sforzo consapevole per preservare la connessione e l'intimità nella coppia. È fondamentale che entrambi i partner si prendano cura di sé stessi durante questo periodo di lutto e guarigione perché può contribuire a mantenere la forza e la resilienza necessarie per affrontare la situazione”.
3. Il papà risulta essere indagato per abbandono di minore. Cosa ne pensa e cosa succederà ora?
"Dovrà essere accertata la responsabilità del padre in rapporto alle sue condizioni psichiche. Generalmente i reati intra-familiari sono più facilmente legati alla presenza di un disturbo psichico. Saranno gli esperti a valutare se e come il disturbo mentale possa avere influito sull'evento che verosimilmente si può escludere il dolo. È una tragedia terribile sia per il piccolo che per entrambi i genitori che difficilmente riusciranno a superare il trauma. In questo caso la condanna per il padre è l’evento stesso che condizionerà il resto della sua vita indipendentemente dalla valutazione giuridica”.
Salve. ...dopo aver letto questa storia molto difficile e commovente ...le posso consigliare di riflettere e con l'aiuto di una brava psicologa intraprendere cammino -percorso x cercare di aiutarlo in modo che esca da questo tunnel vizioso. Buona fortuna
Voglio rispondere a Laura, non so se sto postando giusto.... comunque....
Intanto grazie, Laura, per la risposta che non mi aspettavo. Io sono una "vecchietta", una cinquantenne e lavoro in una importante azienda privata. Dodici anni fa ha subito un pesante demansionamento, cosa che è durata dieci anni, trascorsi nell'alienazione totale in ufficio (della serie passare la giornata a guardare il muro) mentre prima ero una responsabile di reparto. In questi dieci anni l'azienda mi ha risarcito in tribunale per ben tre volte, ma solo da poco ha deciso di rimettermi in una posizione se non uguale, almeno decente. Ora sto meglio, ma non amo più il mio lavoro.
Come ti ho detto mi sento sicura solo a casa mia e non accetto mai gli inviti degli amici ad uscire, se mi vengono a trovare allora mi fa piacere. Ho solo un progetto nella mia vita, una casa che si trova in un paese di mare, un po' sperduta, dove spero di trasferirmi al più presto possibile.
Grazie tantissimo della tua risposta, spero che le notifiche mi arrivino un po' prima!!
Che senso avrebbe scappare glela daresti solo vinta, pultroppo ti devo svelare questo segreto tua madre da come hai capito da sola non è perfetta come non lo è nessuno a questo mondo, non giudicarla solo su questo aspetto e renditi migliore di lei dimostrando il tuo amore nonostante le avversioni e le problematiche,le tue amiche non sono le tue spose non ci dovrai passare il resto della vita vedila piuttosto come un opportunità per passare del tempo in compagnia uscire e magari conoscere gente migliore di loro e più affini a te senza aspettarti chissà che da loro. La scuola pultroppo ci siamo passati tutti e al 99% delle persone ha fatto schifo pultroppo è così anch'io ci ho sofferto molto finché non ho capito cosa mi piaceva veramente nella vita ho avuto molte passioni e interessi forse proprio grazie al fatto che odiavo la scuola quindi non potevo svegliarmi la mattina e dire:"ma ci sta solo quello schifo di scuola da fare oggi" e quindi ho cercato qualcosa da amare qualcosa che mi realizzasse,e quando trovi qualcosa che ti piace vedrai che ti verrà anche bene farla e quando sarai soddisfatta per essere brava in qualcosa ti alzerei dicendo:"ok ci sta quello schifo di scuola ma almeno poi torno a casa e posso.." e soprattutto potrai dire a chi ti dice: "guarda stai andando male in matematica" "lo so ma almeno io sono brava in questo,e questo realizzera la mia vita e mi renderà felice" ti lascio con la famosa frase di Steve Jobs agli studenti di Stanford "Stay hungry. Stay foolish" e con le parole di Galimberti prese dai greci che invita a ricercare la popria vera natura,il proprio vero talento,il poprio "dáimōn" "demone'
Buongiorno Dott.ssa Pacelli,
a mio modesto avviso, la dipendenza dalla figura del terapeuta è un aspetto molto 'pesante' nella terapia in quanto il paziente in questo modo anziché trovar una via d'uscita in se stesso trova un sollievo, una risoluzione dei propri problemi in qualcosa di esterno. In questo caso, la dipendenza dal terapeuta potrebbe assomigliare molto a quella che si può avere nei confronti di un farmaco...
..."Quindi penso che la chiave sia più che altro quella relativa al non poter dare una spiegazione alla trasformazione (anche se poi in realtà dal punto di vista fisico tutto ha una spiegazione)"....e forse, aggiungo, a qualcosa che lei non può controllare, o evitare, impedire, come gli alimenti, che deperiscono, muoiono. Lei può superare questo problema affrontandolo con la Psicoterapia, affidandosi a un/a terapeuta di sua fiducia.
Egregio Yuriy, solitamente è il neurologo che valuta la tipologia di mal di testa e anche la cura. Eventualmente determinati terapeuti comportamentale sono in grado, desiderandolo, di lenire la sensazione dolorosa con interventi mirati non farmacologici. Comunque la diagnosi è necessaria
Grazie per le risposte.
Dott Zucconi, infatti il problema che si è creato successivamente riguarda proprio la fiducia nel terapeuta.
Dott Vitagliano, la psicoterapeuta non si è mai preoccupata di informare i componenti del gruppo sulle regole riguardanti la risevatezza.
Il problema poi è anche un altro: ho saputo che si è parlato dei miei problemi da una persona presente al gruppo che però non vuole essere coinvolta in eventuali discussioni.Come fare? Grazie!