Non è raro essere colpiti da un attacco di panico e non riconoscerlo. Che cos'è un attacco di panico? Si tratta di uno stato ansioso particolarmente...
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Risponde il dott. Pacini
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Caro Luigi, premetto che non sono un dottore, tuttavia posso affermare con buona sicurezza che la sostanza da te citata, anche nota come fluoxetina,...
Salve, mi sono stati prescritte degli integratori, per lo più vitamine, tra cui c'è una sostanza chiamata N-metil-3-(p-trifluorometilfenossi)...
Risponde il dott. Pacini
Non è raro essere colpiti da un attacco di panico e non riconoscerlo. Che cos'è un attacco di panico? Si tratta di uno stato ansioso particolarmente intenso, accompagnato da una serie di sintomi altrettanto intensi e sgradevoli.
La persona colpita da un attacco di panico vive un’esperienza davvero spiacevole caratterizzata dalla comparsa improvvisa di uno stato di paura e disagio intenso che raggiunge un picco in pochi minuti e in cui si verificano una serie di sintomi sia psicologici che fisici anche pesanti. Uno dei motivi per cui l’attacco di panico spaventa tanto è la sua estemporaneità: arriva infatti all’improvviso e in poco tempo l'intensità del disagio raggiunge un livello molto elevato.
Ma quali sono i sintomi che possono aiutarci a capire se siamo in presenza di un attacco di panico vero e proprio?
Ce ne sono molti, ne abbiamo selezionati 8 fra i più comuni:
Disagio estremo nell’area del torace. Si percepisce affanno, fame d’aria, senso di asfissia, a volte dolore e/o palpitazioni.
Formicolio a mani, piedi e viso o senso di torpore, vertigini, “testa leggera” o svenimento.
Sensazioni altalenanti di caldo e di freddo, brividi o vampate di calore.
Nausea, disturbi all'addome, senso di chiusura alla bocca dello stomaco.
Derealizzazione: il soggetto sperimenta un senso di perdita di contatto con la realtà.
Depersonalizzazione: si ha la sensazione di osservare dall’esterno ciò che sta accadendo al proprio corpo.
Paura di impazzire, di perdere il controllo, di non riuscire a gestire quanto sta avvenendo.
Paura di morire o convinzione di essere sul punto di morire.
Un ulteriore aspetto che può aiutare una persona a rendersi conto se ha vissuto un attacco di panico è ripercorrere l'esperienza vissuta domandandosi in che modo l'ha superata: una caratteristica dell'attacco di panico è che il soggetto vive il disagio nelle sue fasi di inizio, rapida ascesa dei sintomi fino al loro picco estremo di manifestazione, per poi vivere il calo delle sensazioni psicologiche e corporee negative fino al loro cessare senza avere la possibilità alcuna di poter intervenire in alcun modo per tranquillizzarsi o calmarsi prima che l'attacco di panico sia cessato.
Raccomandazione d'obbligo nel caso in cui si sospetta di aver avuto un attacco di panico è contattare un professionista affinché valuti accuratamente cosa è accaduto e come improntare immediatamente un intervento affinché il soggetto non incorra in un disturbo di panico vero e proprio (che si configura in presenza di ricorrenti attacchi di panico) cui possono seguire ulteriori disagi.
Dott.ssa Daniela La Porta
Salve, allora l'ansia e l'apprensione in questi casi sono assolutamente normali, a maggior ragione se in prima linea il medico fa scattare delle paure e si pone in modo allarmante. Detto ciò, lei ha sentito un secondo parere, questa volta però di un esperto, ed ha escluso qualsiasi patologia o qualsiasi altro campanello d'allarme. In questi casi si scatena in noi un accumulo di energie rivolte verso quel determinato pensiero, tanto da farci dimenticare il resto.
Il mio consiglio è, in primis, quello di cercare di allontanare questi pensieri, sicuramente non sarà facile, ma può provare magari a concentrare le sue energie sul lavoro, su un hobby in particolare o anche svolgendo attività fisica, perchè in questi casi è importante capire che lei non sta realmente male, bensì tutto ciò che lei prova è solamente nella sua testa, in quanto lo specialista ha escluso qualsiasi patologia grave che possa essere ricollegata ai risultati delle analisi. Ma le ha solamente consigliato di tenersi sotto controllo, quindi ciò che lei deve capire è il fatto che sta bene ed è in buona salute.
In secondo luogo, qualora non sia sufficiente concentrare la propria attenzione alle attività sopra citate, potrebbe aiutarla la tecnica del training autogeno, una tecnica proprio di rilassamento che permette di ritrovare un benessere psicofisico, gestire lo stress e l'ansia. E' un esercizio che può essere fatto anche da soli in quanto abbastanza semplice e della durata di 10-15 minuti, ma dal momento che lei accusa anche uno stato di ipocondria legato alla preoccupazione, potrebbe provare a fare qualche esercizio di training rivolgendosi ad uno specialista, che sia psicologo o psicoterapeuta, della sua zona in modo da poter alleviare la tensione. In seguito può anche ripetere gli esercizi in maniera indipendente.
Prima però di ricorrere a questo, le consiglio di mettere in atto il primo punto da me suggerito e concentare l'attenzione "sentendo" il suo corpo e la sua mente, sentendo che sta bene, vivendo il suo lavoro, la sua famiglia e i suoi hobby al massimo e vedrà che la tensione e l'ansia lasceranno spazio al benessere, perchè se concentra le sue energie su altro non avrà tempo di sprecare energie per la paura e l'ansia legate ai risultati, fissi l'attenzione non su ciò che ha detto il medico ma su quello che le ha detto lo specialista.
Buongiorno Carlo. Innanzitutto il nome corretto della molecola è inositolo. Non isonitolo. E il suo medico, che conosce la sua storia clinica, potrà consigliarla al meglio su dosaggi ed efficacia di un nutriente vitamino- simile che alcuni siglano come vitamina B7. Dal punto di vista psicologico, è importante comprendere la relazione tra ansia anticipatoria ed attacco di panico, quante volte si manifesta l'attacco, in quali circostanze. Solo in questo modo si possono comprendere meglio le cause che legano l’attacco di panico allo stato ansioso anticipatorio, (che non sono mai casuali) e al fine di cercare rimedi e soluzioni per superare la criticità. Spesso si ricorre a rimedi di tipo farmacologico, molto utili per gestire gli impegni quotidiani e per non privare la persona di quelle autonomia necessarie per un buon adattamento alla realtà quotidiana; ma per risolvere definitivamente le cause legate all’ansia che poi scatenano gli attacchi di panico è indispensabile che ogni persona comprenda i meccanismi all’origine della manifestazione. Un qualunque sintomo è come un "allarme" che si attiva per parlarci di noi. In realtà è un "alleato" ed è importante imparare ad ascoltarlo per dar voce alla paura, alla sofferenza, al dolore, a tutto ciò che prende spazio nell'inconscio e fatica ad arrivare alla consapevolezza.… E' importantissimo imparare a conoscersi e soprattutto a riflettere in maniera consapevole sulla propria vita, le relazioni passate e presenti, gli obiettivi. Per questa ragione una psicoterapia può dare queste risposte perché direttamente rivolta ad individuare e rimuovere le cause profonde e potenzialmente scatenanti tale situazione. Buona giornata!
Caro Luigi, premetto che non sono un dottore, tuttavia posso affermare con buona sicurezza che la sostanza da te citata, anche nota come fluoxetina, appartiene alla classe di molecole definite SSRI ovvero inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. La loro azione comporta che il neurotrasmettitore definito serotonina non venga allontanato dal sistema nervoso. La serotonina che non viene allontanata si lega ai recettori sui neuroni e ne inibisce l'eccessiva scarica tipica di stati depressivi ed ansiosi, Per concludere la molecola da te citata viene impiegata come antidepressivo tuttavia è spesso utilizzata a dosi minori (negli integratori appunto) come ansiolitico e calmante. Spero di essere stato abbastanza chiaro anche perché spiegare come queste molecole agiscono sul cervello in parole semplici non è facile
Gentile Emy,
la diagnosi è indispensabile per poter definire una cura che porti ad una guarigione, se non altro a capire se quanto lamenta è curabile oppure guaribile e pure (soprattutto in caso di valutazione cognitivo comportamentale) anche in quale percentuale
dr paolo zucconi psicoterapeuta a udine
Carissima Gianna, senza dubbio i sintomi da lei descritti sono molto generici e potrebbero dipendere sia da uno stato ansioso che da una sindrome influenzale a carico dell'intestino (specialmente la nausea in quest'ultimo caso).
Una volta passato il virus, dovrebbe verificare se i sintomi persistono per capire se la causa principale del malessere può essere l'ansia da lei segnalata.
Ci faccia sapere, i nostri specialisti sono a sua disposizione per qualsiasi dubbio!
Una buona giornata da tutto lo staff di okmedicina.it
Gentile Mipar,
in genere questo tipo di farmaco va dismesso gradualmente e sotto la guida di uno psichiatra (possibilmente lo stesso che glielo ha prescritto).
Lei ha solo consultato occasionalmente degli specialisti?